lunedì 15 gennaio 2018

Una mostra e un libro per colmare una perdita


Continua a Firenze fino al 30 gennaio la mostra Si può, presso la filiale di Piazza Beccaria di Banca CR Firenze, Gruppo Intesa Sanpaolo, organizzata da FILE Fondazione Italiana di Leniterapia Onlus per il progetto B.E.P.P.E. – Bambini ed Elaborazione della Perdita: Pensieri ed Emozioni col patrocinio dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze


Dopo B-Comics la Banca CR Firenze, nello spirito del nuovo modello di filiale del Gruppo Intesa Sanpaolo, ospita fino al 30 gennaio la mostra incentrata su disegni e testi tratti dal libro Si può, senza dubbio uno dei più belli pubblicati di recente. Testo non solo per bambini ma per una maturità che non ha limiti di anni, Si può (Carthusia Edizioni) è una raffinata sintesi di immediato impatto fra poema in prosa di Beatrice Masini e illustrazioni di Arianna Papini, entrambi di grande bellezza. Il contenuto è forte: “Come una fiaba può aiutare grandi e piccoli a parlare della perdita di una persona cara”. I temi dell'assenza, del dolore e del percorso di ricostruzione di una vita sono sviluppati in tono estremamente delicato e ricco di suggestione. Protagonisti: tre bambini.

“Venivano da lontano.
Perdute le cose che avevano,
Le cose che erano.
[…]
Avevano cuori pesanti
E valigie piccole.
Portavano con sé poche cose, ma preziose.
Cose segrete della vita di prima
Quando insieme si stava bene e si era più interi.
Ciascuna valigia era piena di segreti.
Ciascuno la teneva per sé.
[…]



“Attenta!” gridò Bambino Medio.
“Se non fai attenzione cadrai nel buco!”
“Quale buco?” chiese Quello Grande.
Si alzò anche lui e si avvicinò alla bambina.
Erano tutti e due sull’orlo,
sull’orlo del buco.
Alla luce delle stelle si vedeva appena,
ma c’era, ed era fondo e nero.
[…]
“Potremmo riempirlo” disse Bambino Medio,
che aveva raggiunto gli altri due.
[…]



Piano piano, a turno,
presero qualcosa dalle loro valigie
e lo gettarono nel buco.
C’erano sorrisi e risate,
parole sussurrate, storie raccontate.
Sassi raccolti sulla spiaggia,
conchiglie, rametti,
un fiore schiacciato,
giocattoli vecchi, foglietti,
cose fatte insieme,
cose pensate per il futuro.
Il buco si riempì di cose piccole e grandi,
cose preziose e cose semplici:
Tutto Quello Che Avevano Perso.
[…]



Alla fine il buco si riempì tutto.
La terra era liscia e compatta,
e non c’era da aver paura
di cadere da nessuna parte.
Quello Grande disse:
“Guardate com’è liscio il buco adesso.
Non è più un buco.
E’ un bel posto per costruirci una casa”.
[…]



La casa alla fine ebbe un tetto.
Era piccola, ma era nuova.
E Quei Tre dentro ci stavano proprio bene.
E’ strano, se ci si pensa,
che si possa costruire una casa sopra un buco.
Ci vuole impegno, e forza, e fatica,
ci vogliono parole e silenzi, e memoria.
Ma si può”.


Questi passaggi preziosi sono una piccola scelta di quanto ho avuto il piacere e l’onore di leggere in pubblico durante l’inaugurazione della mostra. L’affascinante immediatezza di parole e illustrazioni è frutto di un grande lavoro di scavo in cui l’editore ha posto accanto alle autrici anche la supervisione scientifica della pedagogista Francesca Ronchetti.
Un altro grande buco ricolmato, quello fra arte e scienza. Sostenendo l’altrettanto preziosa attività di FILE (Fondazione Italiana di Leniterapia), la Onlus fondata a Firenze nel 2002 per la diffusione delle “cure palliative”, nate per lenire il dolore dei malati cronici gravi e delle loro famiglie e la conseguente elaborazione del lutto.
Perché quando si mira alla cura dell’essenzialità delle cose, alle parole e alle forme in cui si esprime una vita che pulsa e vuole continuare a pulsare, e a fare, si può costruire ad arte, e poesia, un mondo migliore.


“Perché un buco non è un vuoto.
E’ uno spazio. Che è diverso.
Uno spazio in cui ritrovare spazio,
uno spazio a cui dare un senso.
E’ difficile, certo. Ma si può”.

Testo di Luca Traini
Foto di Debora Ferrari

Nota Per i laboratori in mostra rivolti ai bambini vedi http://www.leniterapia.it/events/aiutare-i-bambini-a-condividere-le-emozioni/. L’allestimento è stato progettato con ispirazione e visioni di TraRari TIPI (Debora Ferrari e Luca Traini) in collaborazione con Lucca Comics and Games.

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