giovedì 9 aprile 2015

GUILLAUME DE MACHAUT "Amours me fait desirer"


“Longuement me sui tenus
De faire lais,
Car d'amours estoie nus;
Mais dès or mais
Feray chans et virelais”



Un amore sbocciato in piena adolescenza, frutto della passione per le miniature medievali, specie quelle della Bible de Sens nella bibbia presa in offerta da mia madre


e dalla lettura di Uno specchio lontano della Tuchman.


Ma questo la professoressa di francese della mia IV ginnasio (1980) non poteva ancora saperlo:
“Non è che ci siamo proprio in grammatica. Vediamo la parte culturale: parlami della tua ricerca… Ah, vedo che hai portato la musica”…


La musica per il primo poeta, che pur essendo soprattutto un grande musicista, l’abbandonò per scrivere poesie da leggere e basta.
Un tradimento. Ma anche il mio amore per Guillaume nacque tanto sincero quanto mercenario.
Ero entrato in un negozio di dischi che non esiste più e, abbagliato dalla copertina, avevo fatto mie le sue Chansons curate da Thomas Binkley, meravigliosamente in offerta come la bibbia di cui sopra (qualcosa come 3.000 lire, 1,5 euro di oggi).


Eccomi in quel mondo senza mezze misure, splendido e orribile. Nel suo splendore quest’uomo, che immaginavo alto, biondo e triste. E le donne che ne possedevano l’anima, come miraggi di un assetato. Miraggio della Fontana della Giovinezza che allora, come oggi, credevo eterna.

Maestro della Bibbia di Jean de Sy, Guillaume de Machaut incontra Natura con le figlie Senso, Retorica e Musica (1377)

Qualche dubbio mi venne con la Messe de Notre Dame, in musicassetta, riproduzione di registrazione remota che si apriva come una ferita nel Kyrie per immergersi progressivamente in un sublime fondale d’oro, come l’Annunciazione di Simone Martini.


“Luca, torna sulla terra! Dove sei con la testa?”
E’ la prof.
“E’ Guillaume de Machaut”…
9 in cultura, 5 in grammatica. 14:2= 7.
E scrive sul registro questa suddivisione ottimista, come un rapporto musicale astratto pitagorico-platonico: Ars Antiqua.



Mi consolo con la filosofia che poteva andar peggio e, se anche ho sfruttato l’Ars Nova di Machaut per salvarmi in francese, ho pur sempre al mio fianco il suo teorico, Johannes de Muris, e la Metafisica di Aristotele: “E’ chiaro che l’esperienza relativa alle cose sensibili crea l’arte”.
Faccio ritorno al banco e poi a casa.
Spossato, come il compositore: Le Lay de la Fonteinne.


Luca Traini

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