domenica 11 marzo 2012

POESIA E VIABILITA'


Lavori in corso davanti alla Chiesa dell'Autostrada del Sole
Erba dinosauri autostrade
Parcheggio riservato
Firenze: edicola e divieti
Autostrada Mi-To
A 14



Lavori in corso davanti alla Chiesa dell'Autostrada del Sole

Essere in coda sull'autostrada con i lavori in corso diventa metafora.
Commuove con quanta forza si avvitino i tiranti,


quanto resistano i segnali prima di spezzarsi,


come inizi a sbrecciare una piccola finestra anche nel cemento armato.


E' ora di stendere un velo di asfalto nuovo.
Non senti questo odore di riso?
E' bollente: aspetta che si raffreddi.
Sarà l'ultimo strato archeologico.


E' come disegnare su una pellicola,
La nostra presenza sulla terra,
Dipingere grumo su grumo senza l'anticalcare.


Un sogno, un incubo, un sogno
Stampato in 3D sulla tettonica a placche, sul magma.

Foto e poesia Luca Traini



ERBA DINOSAURI AUTOSTRADE


Piccole isole di verde
Chiuse dai raccordi delle autostrade
Dove nessuno passeggia
Dove trionfa l'erba
La stessa che sorprese i dinosauri
Gli stessi che ora sono idrocarburi.

Testo e foto di Luca Traini



PARCHEGGIO RISERVATO


Sembrano maschere, divinità ctonie con la bocca spalancata a difesa dell'ingresso agli inferi (vedi quella pesante lastra colore del bronzo).
Chi ha progettato le forme del sotto di quelle plastiche rosse forse aveva in mente i volti delle statue olmeche o i totem degli Kwakiutl.
Così i lavori stradali aprono nuove vie all'immaginazione. Il mito lambisce i marciapiedi, resta inquieto sotto l'asfalto, i treppiedi dei geometri.

Testo e foto di Luca Traini



Firenze: edicola e divieti


Dio muore fra i divieti
Anche quello di morire

Foto e poesia di Luca Traini




AUTOSTRADA MI-TO


Le montagne non toccano il cielo
E il cuore è solo una pompa
Se dico anima, penso al vento
Se dici spirito, ti do l'alcool.




A 14

Porto Sant'Elpidio è una lunga lisca di case: chilometri e chilometri da un capo all’altro. La periferia nord la chiamano “Svizzera”.
Dal Chienti al Tenna, Da La Corva al mare: cercando nei giorni più belli... la Jugoslavia. Che non vidi mai.
Ma alle spalle del paese, alle mie, in uno di questi giorni radiosi ultimarono il viadotto dell’autostrada.

E’ la “A 14”. Era il ’73. E quell’arcobaleno di cemento armato non fu mai - almeno per me - soltanto la stampella gigante di un sistema viario. Piccole troppo piccole le automobili. E ancora più piccoli gli esseri umani dentro, invisibili.
Sei qualcosa di talmente grande che può contenere tutta la mia gioia.
Sei qualcosa di talmente alto che non finirò mai di salire.


Eppure - sembra incredibile - un giorno d’estate c’inerpicammo lungo il sentiero che dallo stagno al confine della “Svizzera” porta a La Corva. E arrivammo in cima.
Un piazzale d’asfalto con tavolo, qualche sedia… una capanna. E l’autostrada, vuota.

Verso nord. Verso nord.
Dove porti? Dove mi porti?
Verso la Svizzera, quella vera?
Ma no, non è ancora tempo.

E fisso l’Adriatico, le piattaforme petrolifere al largo.
La Jugoslavia, dove il maresciallo Tito sta preparando la sua sfortunata costituzione, non si vede neanche da qui.

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